Un viaggio tra paesaggi, ritratti e arte concettuale. Nella vasta e vibrante cornice dell’arte contemporanea, emerge il nome di Aurelia Campolo, pittrice e scultrice siciliana dal tocco raffinato e dalla profonda sensibilità. Aurelia Campolo riesce a trasmettere emozioni e riflessioni profonde, dando vita a un universo cromatico unico, in cui si intrecciano paesaggi suggestivi, ritratti colmi di serenità intrisa di malinconia e opere d’arte concettuale che sfidano la percezione tradizionale. Le sue opere, rappresentative di una visione profonda e personale, risplendono per la loro vivacità e complessità, invitando lo spettatore a immergersi in un mondo emozionale ricco di sfumature e dettagli accurati. Le tecniche usate dall’artista Aurelia Campolo Aurelia predilige l’uso dell’olio e delle matite per esplorare la sua creatività. L’olio le permette di creare paesaggi in cui la luce danza sulle superfici. Le matite le consentono invece di esplorare la sottigliezza dei dettagli. L’artista sfida i confini della percezione grazie all’arte concettuale, in cui il significato si fa strada attraverso simboli e metafore visive. Attraverso questa dimensione concettuale, Aurelia Campolo invita il pubblico a riflettere sulle molteplici sfaccettature dell’esistenza umana, svelando strati di complessità e significato che spesso sfuggono all’occhio distratto. Dunque, è in questo mondo incantato, in cui la maestria tecnica si unisce alla profondità emotiva e alla sperimentazione concettuale, che Aurelia Campolo trova la sua dimensione espressiva. Aurelia nelle sue opere, esprime al contempo una profonda malinconia e una dirompente energia vitale. L’artista affida la sua voce più profonda e intima alla materia. Le sue tele sono estratti di vita personale che trovano eco nell’universale, e prendono forma grazie alle pennellate di colore, i colpi di spatola e il tratto tenue delle matite. I soggetti tanto amati dall’artista I soggetti che predilige Aurelia Campolo sono i paesaggi, ricordi indelebili della sua terra e dei numerosi viaggi che l’hanno portata lontana dalla Sicilia per molto tempo. Luoghi che rivivono attraverso il colore denso, brillante e vibrante. Nei dipinti raffiguranti il mare, le onde risuonano nostalgicamente. Sono tante le sensazioni ed emozioni affidate al mare e alla sua forza evocativa. Il mare, metafora dell’esistenza che ora è calma e tra un istante, chissà. Basta un soffio per trasformarsi in burrasca. Quale rappresentazione migliore dell’incertezza della vita! Il tocco garbato dell’artista è il protagonista anche dei dipinti in cui sono raffigurati i campi di lavanda, i fiori, i ghiacciai e le foglie. Opere emotive in cui predominano gli azzurri vividi, il verde brillante, il rosa tenue e il giallo, dietro ai quali si cela un malinconico e inquieto vivere. Nei paesaggi, predominano il blu e l’azzurro, intensi e densi di sfumature. La stessa intensità emerge anche nei ritratti. Gli occhi delle persone raffigurate catturano l’osservatore con un magnetismo dirompente. Colpi di bianco mettono in risalto i punti luce, creando ombre plastiche di grande impatto formale ed emotivo. Emotività e analisi profonda del proprio sentire, si fanno largo con elegante prepotenza nelle tele con i soggetti concettuali. Se nella serie dei paesaggi predominano tonalità blu e verdi, qui a farsi largo è il rosso, con inserimenti di arancione e giallo. L’energia vitale e il tribolare della coscienza profonda, crepitano come il fuoco. I colori sono estremamente brillanti e carichi di pathos materico. Non mancano intromissioni di grigio e nero. Del resto, nessun altro colore renderebbe allo stesso modo il senso di caos cosmico sul quale la coscienza dell’artista si interroga. Le opere di Aurelia gridano in silenzio. Il rumore delle emozioni è affidato al colore. Al potere espressivo delle tinte a olio e della matita, l’artista affida il suo messaggio di libertà, pace e desiderio di riscatto. Un mondo, quello di Aurelia, intriso di eleganza e malinconia, a cui fa da contrappeso un’innata gioia di vivere e la volontà di guardare al futuro con ottimismo.
Anna Maimone Storica dell'Arte
Proveniente da una famiglia di fotografi da generazioni e lei stessa professionista e amante della fotografia Aurelia Campolo ha mutuato da questa esperienza l'acutezza dello sguardo, l'attenzione al particolare, forse anche il gusto del ritocco. Sono attitudini che vengono fuori soprattutto nei ritrati e trovano conferma nell'uso delle trasparenze ein quella tensione che induce l'artista a fermarsi con felice zoommate su foglie, fiori, conchiglie per coglierne la trama più sottile. Particolarmente efficace questo procedimento risulta nella grande ammonite dilatata a dismisura e animata da striature celeste e oro. Ricorrente nella produzione dell'artista pè la rappresentazione appassionata dei paesaggi mediterranei, in cui il dato visivo si traduce in emozione coloristica: il blu del amre della Grecia si proietta fin dentro alla foresta e fitte pennellate dall'arancio al rosso si specchiano nelle acque di un paradiso autenticamente terreno. Sicuri tratti di spatola danno vita ad un suggestivo campo di lavanda e le gole dell'Alcantara sono raccontate in tutta la loro magia di colori e di ombre. Con un vortice di colore che affoga in una buca grigia è significamente risolto il tema della guerra distanziata come narcisistico, irresponsabile delirio di onnipotenza. Nelle opere più recenti la Campolo mescola spesso il colore alla sabbia e ai cristalli di sale per dare corpo al colore, sconfinando nel amterico in una ricerca che è anche riflessione sulla natura e sull'universo. E la Meditazione sull'Universo si può dilatare fino a diventare un grande tappeto in lana con la tecnica dello "handtufting". Questo passaggio dalla pittura alle arti applicate ha i suoi precedenti ai primi del Novecento nelle opere di Depero e Balla, e, in Sicilia, di Pippo Rizzo. La proposta allora rivoluzionaria ribadiva il collegamento dell'arte con la vita. Un'arte che senza perdere nulla della propria identità può creare un oggetto, un arazzo, una cravatta. Oggi sul piano teorico è un dato pienamente acquisito e i nostri artisti possono sconfinare liberamente nel design o in una produzione artigianale senza suscitare scandalo o sopresa. Un tappeto, come in passato gli arazzi, è abbastanza normale come opera d'arte, ma sono ugualmente portata a chiedermi con quanta consapevolezza l'artista abbia ridisegnato la su Meditazione sull'Universo per un oggetto che nella nostra cultura ci riporta all'universo femminile, sia per la fattura che per la destinazione, la casa. Mi piacerebbe che fosse, come i lavori a maglia su cui Rosemarie Trockel scrive "cogito ergo sum", una provocazione femminista. Ma forse sto andando oltre.